Varese, Italia
Ormai è una settimana che si è concluso il mio viaggio, e posso definitivamente dire di essere tornato alla normalità. Dopo tre mesi quando ritrovi il tuo letto, la tua famiglia, i tuoi amici e tutte quelle comodità che avevi quasi dimenticato provi sensazioni strane, quasi nuove.
“Ma tu sei pazzo” è senza dubbio la frase che mi sono sentito dire più volte negli ultimi mesi. Prima che partissi, appena iniziato il viaggio quando, ancora a Lubiana, raccontavo che sarei arrivato a Istanbul. Nel mezzo della Turchia quando invece parlavo degli oltre 5 mila chilometri che avevo già percorso e infine adesso che la mia avventura si è conclusa. Forse è vero, è una cosa da pazzi, o forse no è molto piu normale di quanto si possa credere, poco importa, la soddisfazione di aver portato a termine un’impresa del genere è la vera cosa importante.
Di certo non posso dire che sia stata una passeggiata, ma non ho mai avuto dubbi o momenti di scoramento. Non ho mai rinnegato la mia scelta iniziale, e penso che questo rientri nelle più belle soddisfazioni del viaggio. Torno a casa carico di emozioni ed esperienze uniche, che solo viaggiando con una Vespa avrei mai potuto provare. Conserverò il ricordo di terre bellissime, che mi hanno sorpreso in mille modi. Ho viaggiato attraverso sette nazioni, parlato lingue diverse a me sconosciute, letto in tre diversi alfabeti, rispettato e apprezzato culture distanti da noi trovandole affascinanti, quasi mistiche a tratti. Ho conosciuto persone da tutto il mondo e con ognuno ho condiviso una parte diversa del viaggio.
Viaggiare è sicuramente una delle condizioni più belle che la vita ti possa offrire, ma ha un terribile difetto: crea dipendenza. A ogni chilometro percorso, dopo ogni tramonto su una città diversa, la mente corre verso la prossima meta, il prossimo obiettivo. Ma ora devo tornare alla realtà, quella di tutti i giorni, in attesa di una nuova meta.
Come tutte le grandi avventure, questo viaggio, deve molto a tante persone. I miei genitori e la mia famiglia che hanno sempre saputo sostenermi, anche economicamente quando la situazione sembrava degenerare. La mia mamma che, nonostante abbia vissuto tre mesi in apprensione, non ha mai provato a mettersi in mezzo a quello che sapeva essere un mio sogno. Il mio amico Giacomo che ha gestito per me la parte grafica e tutti gli inconvenienti tecnici per la realizzazione di questo blog. Miki, il mio meccanico serbo, che non ha esitato ad aprirmi le porte di casa sua e a mettersi a mia completa disposizione pur di permettermi di realizzare il mio sogno (Non dimenticherò mai le sue parole “I’m crazy Lorenzo, you know? Just a crazy can do all these things for you. But I know your dream and I want to help you”).
Alexa che è apparsa all’improvviso in quella sala comune di un ostello a Istanbul e poco dopo è diventata la compagna di viaggio migliore che potessi trovare. A tutte quelle persone che, anche solo per il tempo di un caffè, hanno arricchito giorno dopo giorno la mia avventura. E infine a tutti voi che avete seguito la mia storia, che mi avete letto, sempre e comunque, anche quando magari non sono stato all’altezza delle aspettative. Spero di essere riuscito a trasmettervi anche solo un decimo di quello che ho visto e provato, sarebbe già un successo per me.
“Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole”.
Charles Baudelaire